Reiki
E' una antica disciplina di origine orientale avente come obiettivo l'armonizzazione del corpo, del cuore, della mente e dello spirito con la realtà universale. Attraverso attivazioni energetiche e trattamenti si apprende a canalizzare l'energia vitale...
...ed entrare in sintonia con il proprio destino...
Mikao Usui
Fu Mikao Usui a fondare il Reiki come Sistema di Guarigione Naturale basato su più livelli,
codificando le tecniche e i procedimenti per la canalizzazione e la
trasmissione dell'energia attraverso le Cerimonie di Attivazione e i Trattamenti.
Trattandosi di una canalizzazione e avvalendosi di tecniche e di
procedimenti ben codificati e praticati da migliaia di anni non si ha
alcuna interferenza tra l'energia personale di chi dà e di chi riceve
Reiki.
Il principale intento di Reiki è quello di incoraggiare e sostenere le persone nel condurre una vita armoniosa e consapevole attraverso la pratica di Reiki e l'applicazione dei suoi Principi. Reiki non ha scopi ideologici, politici o religiosi e non intende sostituirsi ad alcuna terapia o intervento medico-sanitario. I seminari di Reiki si rivolgono a persone autonome e responsabili alla ricerca del significato profondo dell'esistenza, degli eventi, della realtà. Il termine Guarigione, ove utilizzato, va inteso come sinonimo di felicità, compimento, realizzazione, illuminazione.
Le cerimonie di attivazione derivano con tutta probabilità dai rituali di iniziazione della scuola buddhista esoterica, i cui insegnamenti di natura profonda sono tesi alla realizzazione interiore del Buddha Supremo, Mahavairocana Tathagata o Dainichi Nyorai, il Grande Sole.
Agli elementi del Buddhismo esoterico vennero poi aggiunti e sostituiti riferimenti ai Kami (Esseri di Luce), le divinità della Religione Shintoista.
Fu Mikao Usui a fondare il Reiki come Sistema di Guarigione Naturale basato su più livelli, codificando le tecniche e i procedimenti per la canalizzazione e la trasmissione dell'energia attraverso le Cerimonie di Attivazione e i Trattamenti, dando vita a un percorso di crescita personale e spirituale, o come diceva testualmente egli stesso, un "Metodo Segreto per Invitare Molte Benedizioni e una Medicina Spirituale per Guarire Ogni Malattia".
Trattandosi di una canalizzazione e avvalendosi di tecniche e di procedimenti ben codificati e praticati da migliaia di anni non si ha alcuna interferenza tra l'energia personale di chi dà e di chi riceve Reiki.
L'Energia di Reiki differisce da qualunque altro tipo di energia e in particolare dall'energia bio-pranica in quanto possiede metodi e procedimenti originali (Le Cerimonie di Attivazione) che permettono la canalizzazione di una specifica energia di frequenza elevata (Il Buddha Supremo e i Kami), carica di informazioni indispensabili per il raggiungimento della guarigione fisica e psichica.
Il principale intento di Reiki è quello di incoraggiare e sostenere le persone nel condurre una vita armoniosa e consapevole attraverso la pratica di Reiki e l’applicazione dei suoi Principi.
Il principale intento di Reiki è quello di incoraggiare e sostenere le persone nel condurre una vita armoniosa e consapevole attraverso la pratica di Reiki e l'applicazione dei suoi Principi. Reiki non ha scopi ideologici, politici o religiosi e non intende sostituirsi ad alcuna terapia o intervento medico-sanitario. I seminari di Reiki si rivolgono a persone autonome e responsabili alla ricerca del significato profondo dell'esistenza, degli eventi, della realtà. Il termine Guarigione, ove utilizzato, va inteso come sinonimo di felicità, compimento, realizzazione, illuminazione.
Le cerimonie di attivazione derivano con tutta probabilità dai rituali di iniziazione della scuola buddhista esoterica, i cui insegnamenti di natura profonda sono tesi alla realizzazione interiore del Buddha Supremo, Mahavairocana Tathagata o Dainichi Nyorai, il Grande Sole.
Agli elementi del Buddhismo esoterico vennero poi aggiunti e sostituiti riferimenti ai Kami (Esseri di Luce), le divinità della Religione Shintoista.
Fu Mikao Usui a fondare il Reiki come Sistema di Guarigione Naturale basato su più livelli, codificando le tecniche e i procedimenti per la canalizzazione e la trasmissione dell'energia attraverso le Cerimonie di Attivazione e i Trattamenti, dando vita a un percorso di crescita personale e spirituale, o come diceva testualmente egli stesso, un "Metodo Segreto per Invitare Molte Benedizioni e una Medicina Spirituale per Guarire Ogni Malattia".
Trattandosi di una canalizzazione e avvalendosi di tecniche e di procedimenti ben codificati e praticati da migliaia di anni non si ha alcuna interferenza tra l'energia personale di chi dà e di chi riceve Reiki.
L'Energia di Reiki differisce da qualunque altro tipo di energia e in particolare dall'energia bio-pranica in quanto possiede metodi e procedimenti originali (Le Cerimonie di Attivazione) che permettono la canalizzazione di una specifica energia di frequenza elevata (Il Buddha Supremo e i Kami), carica di informazioni indispensabili per il raggiungimento della guarigione fisica e psichica.
Il principale intento di Reiki è quello di incoraggiare e sostenere le persone nel condurre una vita armoniosa e consapevole attraverso la pratica di Reiki e l’applicazione dei suoi Principi.
I cinque principi Reiki
I Cinque Principi del Reiki con (a sinistra) il nome di Mikao Usui
La disciplina Reiki si fonda su due parti principali: l'azione dell'Energia e la crescita personale.
Uno degli strumenti più importanti a nostra disposizione per raggiungere la felicità e quindi la salute e la pace interiore (e viceversa), sono i cinque principi.
Essi rappresentano le fondamenta dei valori di una vita Reiki.
I cinque principi sono:
Solo per oggi
non ti arrabbiare
non ti preoccupare
sii grato
lavora diligentemente
sii gentile con gli altri
Solo per oggi indica la necessità di vivere il qui ed ora. Restare focalizzati sull'unico momento effettivamente reale, quello che si sta vivendo.
Vivere una vita centrata sul qui ed ora significa ottenere il massimo da quello che si sta facendo, condurre la propria esistenza in modo efficace. Non è considerato uno dei cinque principi, anche se la sua presenza indica la necessità basilare di vivere focalizzati sul momento esatto dell'esistenza.
Non ti arrabbiare è inteso come non trattenere l'ira, non conservare in te la sua negatività. Certo, sarebbe meglio riuscire ad essere così staccati dalle cose da perdere il sentimento della rabbia, ma non sempre è così facile.. Non arrabbiarti richiama il concetto del qui ed ora, rilasciare l'avvenimento accaduto nel passato e vivere il momento presente.
Non preoccuparti non significa non "occuparti" del tuo futuro, ma è inteso come "non essere ansioso per qualcosa che non è ancora successo" (e che probabilmente non accadrà mai..). Vuol dire affrontare le cose quando si presentano e non provare stati d'ansia fondati solo su immaginazioni personali.
Sii grato sottolinea la necessità di non dare nulla per scontato (neppure il fatto di svegliarsi ogni mattino..). Il sentimento di gratitudine dovrebbe accompagnarci in ogni nostro gesto: quando mangiamo (perchè non è detto che ne avremo sempre), quando lavoriamo, nei rapporti con gli altri (non è scontato, per esempio, che una relazione duri in eterno..) e così per tutto quanto. Ancora una volta: goditi il presente.
Lavora diligentemente è riferito proprio all'attività lavorativa, allo svolgere bene la propria mansione ed è un incitamento ad avere disciplina. La capacità di autodisciplinarsi è importante per riuscire a conseguire i propri scopi, compresi quelli di crescita personale.
Sii gentile con gli altri è un altro punto importante poichè rappresenta anche una forma di gentilezza verso sè stessi. Essere gentili con gli altri è la condivisione di un sentimento positivo, di Energia positiva. E se diamo Amore all'Universo, questo ce lo restituirà.
Seguendo questi semplici precetti è possibile migliorare la propria qualità di vita da subito. Dobbiamo sempre ricordare che siamo noi i creatori del nostro universo e della nostra vita, e che tutto quello che ci succede è, in un modo o nell'altro, frutto dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni.
E' quindi solo nostra la responsabilità di come viviamo la vita, siamo noi a doverci permettere di affrontarla in modo sereno.
Ed i cinque precetti sono un grande aiuto in questo.
La disciplina Reiki si fonda su due parti principali: l'azione dell'Energia e la crescita personale.
Uno degli strumenti più importanti a nostra disposizione per raggiungere la felicità e quindi la salute e la pace interiore (e viceversa), sono i cinque principi.
Essi rappresentano le fondamenta dei valori di una vita Reiki.
I cinque principi sono:
Solo per oggi
non ti arrabbiare
non ti preoccupare
sii grato
lavora diligentemente
sii gentile con gli altri
Solo per oggi indica la necessità di vivere il qui ed ora. Restare focalizzati sull'unico momento effettivamente reale, quello che si sta vivendo.
Vivere una vita centrata sul qui ed ora significa ottenere il massimo da quello che si sta facendo, condurre la propria esistenza in modo efficace. Non è considerato uno dei cinque principi, anche se la sua presenza indica la necessità basilare di vivere focalizzati sul momento esatto dell'esistenza.
Non ti arrabbiare è inteso come non trattenere l'ira, non conservare in te la sua negatività. Certo, sarebbe meglio riuscire ad essere così staccati dalle cose da perdere il sentimento della rabbia, ma non sempre è così facile.. Non arrabbiarti richiama il concetto del qui ed ora, rilasciare l'avvenimento accaduto nel passato e vivere il momento presente.
Non preoccuparti non significa non "occuparti" del tuo futuro, ma è inteso come "non essere ansioso per qualcosa che non è ancora successo" (e che probabilmente non accadrà mai..). Vuol dire affrontare le cose quando si presentano e non provare stati d'ansia fondati solo su immaginazioni personali.
Sii grato sottolinea la necessità di non dare nulla per scontato (neppure il fatto di svegliarsi ogni mattino..). Il sentimento di gratitudine dovrebbe accompagnarci in ogni nostro gesto: quando mangiamo (perchè non è detto che ne avremo sempre), quando lavoriamo, nei rapporti con gli altri (non è scontato, per esempio, che una relazione duri in eterno..) e così per tutto quanto. Ancora una volta: goditi il presente.
Lavora diligentemente è riferito proprio all'attività lavorativa, allo svolgere bene la propria mansione ed è un incitamento ad avere disciplina. La capacità di autodisciplinarsi è importante per riuscire a conseguire i propri scopi, compresi quelli di crescita personale.
Sii gentile con gli altri è un altro punto importante poichè rappresenta anche una forma di gentilezza verso sè stessi. Essere gentili con gli altri è la condivisione di un sentimento positivo, di Energia positiva. E se diamo Amore all'Universo, questo ce lo restituirà.
Seguendo questi semplici precetti è possibile migliorare la propria qualità di vita da subito. Dobbiamo sempre ricordare che siamo noi i creatori del nostro universo e della nostra vita, e che tutto quello che ci succede è, in un modo o nell'altro, frutto dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni.
E' quindi solo nostra la responsabilità di come viviamo la vita, siamo noi a doverci permettere di affrontarla in modo sereno.
Ed i cinque precetti sono un grande aiuto in questo.
I simboli Reiki
I simboli Reiki
sono uno degli strumento essenziale per raggiungere la piena
consapevolezza dell'Energia e del suo potere. Tre di questi vengono
insegnati nel secondo livello Chuden, il quarto invece si apprende nel terzo livello Okuden.
L'esperienza fisica (inteso proprio come percezione corporea) dell'Energia e del suo fluire è già di per sé sufficiente a giustificare l'entusiasmo per questa disciplina. La percezione del calore delle mani, della "vibrazione" energetica rappresentano il primo piccolo miracolo del Reiki. I Simboli Reiki danno una consapevolezza ancora maggiore sulle effettive possibilità dell'Energia Universale.
Bisogna però specificare che il Maestro Usui introdusse l'uso dei simboli esclusivamente con lo scopo di aiutare i praticanti Reiki nell'esercizio della connessione con l'Energia. Essi sono da considerarsi un po' come le rotelle che si utilizzano da bambini per imparare ad andare in bicicletta. Rappresentano un sostegno, un aiuto, ma una volta imparato a stare in equilibrio, vanno tolte.
Il concetto di non attaccamento va impiegato anche ai Simboli. una volta che apprendiamo ad essere noi stessi "simbolo", non avremo più bisogno di questo strumento, ed andrà rilasciato. L'abbandono dei Simboli Reiki si ottiene semplicemente con la pratica e l'esercizio e segue una tempistica personale.
La funzione del primo simbolo Reiki è quella di lavorare sulla concentrazione dell'Energia Universale. Serve per intensificare il fluire dell'Energia ed ha utilizzi vari.
Il secondo simbolo Reiki veniva usato tradizionalmente per lavorare solamente sulle cattive abitudini. In occidente si è allargato l'uso iniziale di questo simbolo ad un significato mentale/emozionale, anche se in origine non era così.
Il terzo simbolo Reiki è impiegato per il trattamento su persone distanti da noi. Esso veniva utilizzato esclusivamente per questo scopo, far giungere l'Energia a persone lontane (dal punto di vista spaziale, chilometrico). In occidente l'uso del terzo simbolo ha ricevuto valenze anche di superamento delle barriere temporali, spesso si legge che viene utilizzato per inviare l'Energia del Reiki ad anime di defunti ecc.. ma anche per questo simbolo, lo scopo iniziale era un'altro.
Il quarto simbolo Reiki è usato esclusivamente per la connessione totale con l'Universo, per divenire una cosa sola con l'Energia Reiki, col Soffio Vitale.
E' così importante conoscere esattamente quali simboli utilizzava Usui? No, non è proprio così importante. Nel Reiki si sono diffusi decine di simboli differenti ed esattamente non siamo sicuri che i veri simboli di Usui esistano ancora. Seppure nella Gakkai vengano ancora utilizzati, non vi è una prova certa che siano esattamente quelli di Usui, soprattutto perchè il Maestro non lasciò nessuna testimonianza scritta. Come già detto il significato dell'uso dei simboli è esclusivamente a livello "didattico". Essi servono per aumentare la consapevolezza nell'Energia ed in quello che può fare. Lo scopo di un praticante non è però quello di restare legato per sempre all'uso del simbolo, ma è di riuscire a lasciare andare anche l'uso di questi strumenti. Com'è possibile arrivare a questo traguardo? Semplicemente tramite la pratica. E' giusto ricordare che il Maestro Usui non utilizzava alcun simbolo, anche se li ha creati perchè i suoi allievi potessero capire.
Chi era Mikao Usui
Mikao Usui nacque il 15 agosto 1865 nella provincia di Kyoto, in Giappone, nel villaggio di Taniamura. All'età di 4 anni iniziò a studiare presso un monastero buddhista. La famiglia di Usui vantava una discendenza da antichi samurai. All'età di 12 anni iniziò a praticare il Kiko, una disciplina in cui ci si addestra nell'uso dell'energia vitale il Ki: una sorta di Chi Kung giapponese. Si sposò all'età di 30 anni con Sadako Suzuki, che gli donò due figli: un maschio (Fuji) ed una femmina (Toshiko).
Il suo pensiero continuo era quello di scoprire quale fosse il senso della vita e con questo intento si affacciò sul mondo. Nel corso della sua vita Usui fece più di 30 mestieri diversi, pertanto rivolse la sua ricerca anche nel lavoro: cambiandolo spesso effettuava la sua ricerca.
Alla fine Usui giunse a capire che il vero senso della vita è quello di trovare la Pace dello Spirito. Per un periodo di tre anni entrò in un tempio Zen a Kyoto, però non riuscì nel suo intento di scoprire lo scopo della vita. Attraverso la meditazione Zen capì con la sua razionalità, che l'unica cosa da fare è affidarsi all'Universo con mente calma.
Usui iniziò a pensare che la sua vita fosse inutile e si rivolse allora ad un suo maestro Zen chiedendogli che cosa avrebbe dovuto fare per capire quale fosse il senso della vita e questi gli rispose sibillino: "Muori."
Nel marzo del 1922, Usui decise di salire sul Monte Kurama a digiunare e meditare allo scopo di capire quale fosse il senso della vita. A seguito delle parole del suo maestro, era pronto anche a morire se non avesse raggiunto il suo scopo.
Al 21° giorno Usui iniziò a sentire dentro e fuori di sè l'energia della montagna, successivamente iniziò a percepire una nuova sensazione come di freschezza e avvertì di essere un tutt'uno con il Monte Kurama, con l'Universo, con il Tutto!
A questo punto capì che aveva trovato ciò che cercava e decise di tornare a casa. Scendendo dal monte inciampò sulla radice di un albero ferendosi un piede: appoggiò istintivamente le sue mani sul piede e guarì. Alla base del Monte Kurama si fermò in un casa da tè in quanto era molto assetato e scoprì che la figlia del gestore aveva un tremendo mal di denti, talmente forte che le impediva di dormire la notte, Usui impose le sue mani sul volto della bambina e questa in brevissimo tempo guarisce. Appena arrivato a casa Usui trovò la moglie a letto ammalata, la quale conoscendo la determinazione del marito, era convinta che non sarebbe mai tornato vivo dal Monte Kurama. Usui impose le sue mani sul corpo della moglie ammalata ed in breve tempo si riprese.
Dopo l'esperienza sul Monte Kurama, Usui capì di avere una missione, cioè quella di insegnare alla gente che l'imposizione delle mani è solo una porta per raggiungere l'Anshin Ritsumei (Grande Pace dello Spirito) e battezzò il suo metodo Usui Reiki Ryoho: nel 1922 fondò una sua scuola per promuovere lo Shin Shin Kaizen (cioè Metodo per la Mente ed il Corpo).
In seguito alla devastazione provocata dal terremoto di Tokyo del 1923, Usui si adoperò per aiutare e portare sollievo alle vittime praticando le sue tecniche Reiki.
Nel 1925 Usui fondò a Nakano, nella periferia di Tokyo, un altro centro più grande capace di accogliere i sempre più numerosi allievi.
Usui non era certo il ritratto di un santone o di un guru inavvicinabile: al contrario, era una persona affettuosa, calorosa e umile, con il sorriso sempre sulle labbra. Aveva una forza d'animo incredibile che gli consentiva di superare qualunque difficoltà. Era un grande lettore e scrittore, conosceva la medicina e la psicologia, possedeva i fondamenti della teologia e praticava la divinazione, inoltre conosceva le religioni del mondo. Più di 2.000 persone ricevettero i suoi insegnamenti e 17 di queste divennero Maestri Reiki.
Usui morì a 62 anni, il 9 marzo 1926. Dopo la sua morte alcuni studenti crearono un'associazione che tramandasse gli insegnamenti di Usui: viene fondata la Usui Reiki Ryoho Gakkai tutt'ora esistente.
L'esperienza fisica (inteso proprio come percezione corporea) dell'Energia e del suo fluire è già di per sé sufficiente a giustificare l'entusiasmo per questa disciplina. La percezione del calore delle mani, della "vibrazione" energetica rappresentano il primo piccolo miracolo del Reiki. I Simboli Reiki danno una consapevolezza ancora maggiore sulle effettive possibilità dell'Energia Universale.
Bisogna però specificare che il Maestro Usui introdusse l'uso dei simboli esclusivamente con lo scopo di aiutare i praticanti Reiki nell'esercizio della connessione con l'Energia. Essi sono da considerarsi un po' come le rotelle che si utilizzano da bambini per imparare ad andare in bicicletta. Rappresentano un sostegno, un aiuto, ma una volta imparato a stare in equilibrio, vanno tolte.
Il concetto di non attaccamento va impiegato anche ai Simboli. una volta che apprendiamo ad essere noi stessi "simbolo", non avremo più bisogno di questo strumento, ed andrà rilasciato. L'abbandono dei Simboli Reiki si ottiene semplicemente con la pratica e l'esercizio e segue una tempistica personale.
La funzione del primo simbolo Reiki è quella di lavorare sulla concentrazione dell'Energia Universale. Serve per intensificare il fluire dell'Energia ed ha utilizzi vari.
Il secondo simbolo Reiki veniva usato tradizionalmente per lavorare solamente sulle cattive abitudini. In occidente si è allargato l'uso iniziale di questo simbolo ad un significato mentale/emozionale, anche se in origine non era così.
Il terzo simbolo Reiki è impiegato per il trattamento su persone distanti da noi. Esso veniva utilizzato esclusivamente per questo scopo, far giungere l'Energia a persone lontane (dal punto di vista spaziale, chilometrico). In occidente l'uso del terzo simbolo ha ricevuto valenze anche di superamento delle barriere temporali, spesso si legge che viene utilizzato per inviare l'Energia del Reiki ad anime di defunti ecc.. ma anche per questo simbolo, lo scopo iniziale era un'altro.
Il quarto simbolo Reiki è usato esclusivamente per la connessione totale con l'Universo, per divenire una cosa sola con l'Energia Reiki, col Soffio Vitale.
E' così importante conoscere esattamente quali simboli utilizzava Usui? No, non è proprio così importante. Nel Reiki si sono diffusi decine di simboli differenti ed esattamente non siamo sicuri che i veri simboli di Usui esistano ancora. Seppure nella Gakkai vengano ancora utilizzati, non vi è una prova certa che siano esattamente quelli di Usui, soprattutto perchè il Maestro non lasciò nessuna testimonianza scritta. Come già detto il significato dell'uso dei simboli è esclusivamente a livello "didattico". Essi servono per aumentare la consapevolezza nell'Energia ed in quello che può fare. Lo scopo di un praticante non è però quello di restare legato per sempre all'uso del simbolo, ma è di riuscire a lasciare andare anche l'uso di questi strumenti. Com'è possibile arrivare a questo traguardo? Semplicemente tramite la pratica. E' giusto ricordare che il Maestro Usui non utilizzava alcun simbolo, anche se li ha creati perchè i suoi allievi potessero capire.
Chi era Mikao Usui
Mikao Usui nacque il 15 agosto 1865 nella provincia di Kyoto, in Giappone, nel villaggio di Taniamura. All'età di 4 anni iniziò a studiare presso un monastero buddhista. La famiglia di Usui vantava una discendenza da antichi samurai. All'età di 12 anni iniziò a praticare il Kiko, una disciplina in cui ci si addestra nell'uso dell'energia vitale il Ki: una sorta di Chi Kung giapponese. Si sposò all'età di 30 anni con Sadako Suzuki, che gli donò due figli: un maschio (Fuji) ed una femmina (Toshiko).
Il suo pensiero continuo era quello di scoprire quale fosse il senso della vita e con questo intento si affacciò sul mondo. Nel corso della sua vita Usui fece più di 30 mestieri diversi, pertanto rivolse la sua ricerca anche nel lavoro: cambiandolo spesso effettuava la sua ricerca.
Alla fine Usui giunse a capire che il vero senso della vita è quello di trovare la Pace dello Spirito. Per un periodo di tre anni entrò in un tempio Zen a Kyoto, però non riuscì nel suo intento di scoprire lo scopo della vita. Attraverso la meditazione Zen capì con la sua razionalità, che l'unica cosa da fare è affidarsi all'Universo con mente calma.
Usui iniziò a pensare che la sua vita fosse inutile e si rivolse allora ad un suo maestro Zen chiedendogli che cosa avrebbe dovuto fare per capire quale fosse il senso della vita e questi gli rispose sibillino: "Muori."
Nel marzo del 1922, Usui decise di salire sul Monte Kurama a digiunare e meditare allo scopo di capire quale fosse il senso della vita. A seguito delle parole del suo maestro, era pronto anche a morire se non avesse raggiunto il suo scopo.
Al 21° giorno Usui iniziò a sentire dentro e fuori di sè l'energia della montagna, successivamente iniziò a percepire una nuova sensazione come di freschezza e avvertì di essere un tutt'uno con il Monte Kurama, con l'Universo, con il Tutto!
A questo punto capì che aveva trovato ciò che cercava e decise di tornare a casa. Scendendo dal monte inciampò sulla radice di un albero ferendosi un piede: appoggiò istintivamente le sue mani sul piede e guarì. Alla base del Monte Kurama si fermò in un casa da tè in quanto era molto assetato e scoprì che la figlia del gestore aveva un tremendo mal di denti, talmente forte che le impediva di dormire la notte, Usui impose le sue mani sul volto della bambina e questa in brevissimo tempo guarisce. Appena arrivato a casa Usui trovò la moglie a letto ammalata, la quale conoscendo la determinazione del marito, era convinta che non sarebbe mai tornato vivo dal Monte Kurama. Usui impose le sue mani sul corpo della moglie ammalata ed in breve tempo si riprese.
Dopo l'esperienza sul Monte Kurama, Usui capì di avere una missione, cioè quella di insegnare alla gente che l'imposizione delle mani è solo una porta per raggiungere l'Anshin Ritsumei (Grande Pace dello Spirito) e battezzò il suo metodo Usui Reiki Ryoho: nel 1922 fondò una sua scuola per promuovere lo Shin Shin Kaizen (cioè Metodo per la Mente ed il Corpo).
In seguito alla devastazione provocata dal terremoto di Tokyo del 1923, Usui si adoperò per aiutare e portare sollievo alle vittime praticando le sue tecniche Reiki.
Nel 1925 Usui fondò a Nakano, nella periferia di Tokyo, un altro centro più grande capace di accogliere i sempre più numerosi allievi.
Usui non era certo il ritratto di un santone o di un guru inavvicinabile: al contrario, era una persona affettuosa, calorosa e umile, con il sorriso sempre sulle labbra. Aveva una forza d'animo incredibile che gli consentiva di superare qualunque difficoltà. Era un grande lettore e scrittore, conosceva la medicina e la psicologia, possedeva i fondamenti della teologia e praticava la divinazione, inoltre conosceva le religioni del mondo. Più di 2.000 persone ricevettero i suoi insegnamenti e 17 di queste divennero Maestri Reiki.
Usui morì a 62 anni, il 9 marzo 1926. Dopo la sua morte alcuni studenti crearono un'associazione che tramandasse gli insegnamenti di Usui: viene fondata la Usui Reiki Ryoho Gakkai tutt'ora esistente.